Compagno di vita (edizioniGEI) è la nuova pubblicazione dello scrittore jesino Franco Duranti, un libro che già dal suo sottotitolo: Divagazioni minime su di “lui” si presenta al lettore come piacevolmente curioso e intrigante. Il tutto in una delicata atmosfera che, grazie anche alle graziose illustrazioni di Elisa Vitali, stimola chiunque a domandarsi: ma di cosa si tratta…? Il suo punto di forza sta proprio nel creare un simile dubbio che si rivela vincente e, oserei dire, ci avvicina ancor più a tale scrittore il quale, infine, sembra aver tirato fuori dal suo fantasioso cilindro una bella trovata. Eccoci allora di fronte a un divertente gioco di ruoli e relazioni, in un quotidiano dialogo in rispetto di precisi doveri di ospitalità, così stretti e vincolanti da generare un costante rapporto di reciprocità tra i due protagonisti: l’uomo e il suo… organo.
Immaginando un espressivo viaggio nel tempo, dal concepimento alla pubertà, dall’adolescenza alla maturità, questo testo ha una funzione quasi pedagogica; nello scorrere delle pagine, in molti saranno invogliati a scoprire con maggiore curiosità, fatti e allusioni.
Con slancio e allegria nasce un progetto editoriale che non ha certamente la pretesa di voler essere educativo ma che diviene ciononostante, un gradevole contributo alla conoscenza di sé, per approfondire una riflessione attenta e serena soprattutto tra adolescenti, per scoprire tanti piccoli segreti che aspettano solo di essere svelati.
La realizzazione strutturale, lo sviluppo del design grafico e, infine, la concreta trasposizione in una presentazione funzionante, accessibile e accattivante di una morfologia quasi fiabesca, offrono una risposta non esplicita bensì simbolica al senso della fisicità e della psicologia della sessualità maschile. Dapprima una narrazione teorica, poi esperienziale, che si dispiega lungo l’evidente messaggio di uno sviluppo personale, una “testa” e una “coda” che padroneggiano contenuti di motivazioni e approcci di carattere personale e non; una partenza intrepida e ardita che muta negli anni e quel “tempus fugit” che necessita dunque di un’efficace sdrammatizzazione.
Trovo che il testo sia adatto a chiunque possa apprezzarne il genere, a chi ha voglia di trascorrere una pausa di svago nonché a chi lo consideri un modo garbato per affrontare una sorta di proposta formativa, basata su evidenze scientifiche o sulla realtà dei fatti, perché davvero si tratta di pagine che si leggono con il sorriso sulle labbra, senza alcuna volgarità e, di questi tempi, non è poco…
Susanna Polimanti
Cupra Marittima, li 20 agosto 2016